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Data Inserimento: 10/10/2018 08:28
Angelo Morbelli
Il poema della vecchiaia
Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
20 ottobre 2018 – 6 gennaio 2019
Comunicato Stampa
Torna a Venezia dopo 115 anni il ciclo pittorico “Il poema della vecchiaia” eseguito da Angelo Morbelli per la Quinta Esposizione Internazionale d'Arte del 1903, eccezionalmente riunito per l’occasione nei sei dipinti che lo compongono.
La mostra, realizzata per omaggiare il pittore a cento anni dalla morte - a cura di Giovanna Ginex, con la direzione scientifica di Gabriella Belli - è ospitata dal 20 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019 alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro e include una selezione di opere di Luigi Nono, Lino Selvatico, Émile Claus, Ettore Tito e Ignacio Zuloaga, esposte alla Biennale del 1903 e poi acquistate dalle istituzioni veneziane per Ca’ Pesaro.
Composto da sei dipinti – “Vecchie calzette”, “Il Natale dei rimasti”, “Mi ricordo quand’ero fanciulla”, “Siesta invernale”, “I due inverni” e “Sedia vuota” – raffiguranti gli ambienti del Pio Albergo Trivulzio di Milano, il maggiore ricovero per anziani indigenti della città, “Il poema della vecchiaia” venne presentato alla Quinta Esposizione Internazionale d’Arte del 1903. Da allora le differenti vicende collezionistiche dei diversi dipinti non permisero più l’unitaria visione del Poema.
Il recente rientro in Europa dall’America meridionale di “Vecchie calzette”, l’unica tela del ciclo mai più comparsa in pubblico dai primi anni del Novecento, ha permesso di riunire eccezionalmente i sei dipinti, ora conservati in musei pubblici, fondazioni e collezioni private.
Grazie a ricerche d’archivio è stato possibile ricostruire l’ordinamento originario delle sei tele voluto dal pittore, riallestendolo all’interno della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, nella cui collezione è conservato “Il Natale dei rimasti”, acquistato per il museo nel 1903 dal Municipio di Venezia.
L’intero progetto, ideato e sostenuto da Cornèr Banca (Lugano), nella cui raccolta compare “Vecchie calzette”, è un omaggio al pittore a cento anni dalla morte.
Alla mostra è abbinato un ricco catalogo edito da Skira (Milano, 2018), con saggi di Giovanna Ginex, Elisabetta Barisoni, Sharon Hecker e Gianluca Poldi.
Il ciclo “Il poema della vecchiaia” rappresenta per Angelo Morbelli un riaccostarsi al tema della senilità, affrontato sin dal 1883 e mai più abbandonato sino alla morte, nel 1919. Le sei tele, raffiguranti gli ambienti del Pio Albergo Trivulzio di Milano, il maggiore ricovero per anziani indigenti della città istituito nel 1771, rappresentano il frutto di un impegno di grande rigore tecnico, avviato nell’autunno del 1901 e perseguito da Morbelli in modo pressoché esclusivo.
Nella seconda metà dell’Ottocento, il tema dei “vecchioni” ha un’ampia diffusione nella pittura del realismo internazionale, tramite le esposizioni internazionali e la grafica. Morbelli ne fa un tema portante della sua produzione, dipingendo e sperimentando le sue teorie sulle potenzialità della pittura divisionista entro gli ambienti dell’antico palazzo Trivulzio, in uno spazio dedicato in cui allestisce un atelier, condizione indispensabile per studiare da vicino anche i meccanismi psicologici insiti nella ritualità malinconica dei ricoverati. Qui realizzerà le sei tele del Poema destinate all’esposizione veneziana del 1903. Studi preparatori, disegni e fotografie testimoniano la rigorosa ricerca improntata alla tecnica divisionista, in cui luce e pigmenti sono attentamente calibrati per produrre l’impressione luminosa. Nella pittura d’ispirazione verista degli ultimi tre decenni dell’Ottocento le rappresentazioni del lavoro si intrecciano in modo significativo con un’iconografia che esplora ogni piega dell’emarginazione sociale, in un caleidoscopio di proposte tematiche, soluzioni formali e accenti emotivi.
Lavoro, disoccupazione, fame, malattia, vecchiaia e morte condividono in queste opere una dimensione non salvifica, né tantomeno vicina all’aneddoto: testimoniano invece un disagio sociale profondo e diffuso che attraversava non solo l’Italia ma l’intero panorama europeo. Il percorso espositivo si apre con una selezione di opere della collezione di Ca’ Pesaro, esposte alla Biennale del 1903 dove furono acquistate dalle istituzioni veneziane per la Galleria Internazionale d’Arte Moderna, insieme a “Il Natale dei rimasti. Abbandonati” di Luigi Nono, “Cappuccetto grigio” di Lino Selvatico, “Autunno” di Émile Claus, “La nascita di Venere” di Ettore Tito e “Zia Luisa” di Ignacio Zuloaga testimoniano le ricerche artistiche del primo Novecento in cui raffigurazioni dell’altera borghesia convivono con rappresentazioni su tematiche sociali.
Nella sala adiacente si ricrea la disposizione a parete del ciclo pittorico di Morbelli sulla base delle testimonianze fotografiche dell’allestimento del 1903, insieme a disegni preparatori e documenti d’archivio che testimoniano la genesi delle sei opere realizzate per l’esposizione veneziana. Nella medesima sala si presenta il dipinto “Ruscello” del pittore svedese Anders Zorn, in mostra alla Sesta Esposizione Internazionale d’Arte del 1905, ammirato all’epoca per la luminosità e la potenza cromatica. Nella corrispondenza con l’Amministratore Capo dell’Esposizione Internazionale, Romolo Bazzoni, Morbelli chiedeva di intercedere con la Direzione della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro affinché la tela di Zorn fosse collocata nel percorso espositivo accanto a “Il Natale dei rimasti” per favorire un confronto tra le due differenti tecniche pittoriche.
La mostra restituisce al pubblico e agli studiosi la visione del “Poema”, aggiungendo, attraverso i saggi del catalogo, nuove informazioni, documenti e notizie sulla genesi del tema iconografico, la storia collezionistica ed espositiva di ogni dipinto e delle sue repliche, i contatti internazionali del pittore e la fortuna delle opere, la complessità della tecnica pittorica di un maestro della pittura divisionista.
Il saggio di Giovanna Ginex illustra l’ultratrentennale percorso di Morbelli attorno al tema dei “Vecchioni”, accostandolo alle voci della critica coeva e includendo ampie e aggiornate schede storico-critiche delle sei opere de “Il Poema”. Sempre in catalogo il testo di Elisabetta Barisoni documenta, con inediti materiali d’archivio, il singolare e duraturo rapporto tra Morbelli e il ‘Carnegie Institute’ di Pittsburgh, mentre il contributo di Sharon Hecker approfondisce le fonti iconografiche internazionali del “Vecchioni” morbelliani in confronto con opere sullo stesso tema. Infine il testo di Gianluca Poldi raccoglie i risultati delle indagini scientifiche effettuate dall’autore su due opere de “Il poema”, offrendo un nuovo approfondimento sulla tecnica pittorica di Morbelli.
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