LUGANO - Il mondo immaginario di Rita Ackermann

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Data Inserimento: 18/03/2023 15:34

Il mondo immaginario di Rita Ackermann
Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana, Sede LAC
Fino al 13 agosto 2023

Comunicato Stampa

Rita Ackermann: “Le cose, quando si nascondono, riescono a essere più libere e a
librarsi più in alto”. Il MASI Lugano presenta “Hidden”, A cura di Tobia Bezzola con
Chiara Ottavi. una delle più grandi retrospettive mai dedicate finora da un’istituzione
museale all'opera di Rita Ackermann (Budapest, 1968, vive e lavora a New York). Il progetto espositivo ripercorre gli ultimi trent’anni della carriera di questa artista eccezionale attraverso una selezione di circa cinquanta tra dipinti e disegni creati a partire dagli anni ’90 a New York. Per la mostra, realizzata in collaborazione con l’artista, una selezione di opere sviluppate subito dopo il suo arrivo nella “Grande
Mela” - lavori in cui le figure femminili sono chiare e ben visibili - è messa in
relazione con lavori più recenti della serie “Mama”, iniziata nel 2018, in cui le
protagoniste sono invece celate sotto linee e strati di colore. È parte dell’esposizione
anche una selezione di dipinti creati per l’occasione e incentrati sul tema della guerra.
Dal percorso presentato al MASI emerge come, prendendo le mosse da un linguaggio
figurativo immediatamente comprensibile al pubblico, l’artista arrivi in seguito a
ripensare le figure che abitano le sue opere, andando a coprirle con strati di pittura. Se
i lavori dei primi anni sono di piccole e medie dimensioni e sono realizzati
prevalentemente su carta, le serie più recenti, lavorate su tele di grande formato, sono
caratterizzate da una gestualità forte ed espressiva. Un processo, questo, che descrive
un percorso non categorizzabile e che permette all’artista di restare libera e nascosta,
“hidden”, come recita il titolo della mostra.
È un percorso artistico plasmato sull’essenza del paradosso continuo quello di
Ackermann, che giunge in America dall’Ungheria all’inizio degli anni ‘90.
Allontanatasi dalle tendenze accademiche, l’artista sviluppa una sua personale ricerca
come pittrice indipendente, a contatto con gli artisti della Lower East Side. Arrivata
negli Stati Uniti, Ackermann si trova ad affrontare una sfida vitale e importante, che
la porta a integrare nella sua opera culture ed estetiche diverse, quella legata all’Est
Europa da un lato e quella americana dall’altro. Una fusione, quella tra le due culture,
che emerge evidente in mostra fin dai primi dipinti e disegni sviluppati da
Ackermann nella metropoli statunitense tra il 1993 e il 1996 con gli “Sketchbook
Drawings” e gli “Early Paintings”. Disegni su carta di piccolo e medio formato
presentano figure femminili adolescenti messe a nudo, esposte e moltiplicate
all’interno della composizione, impegnate in varie attività autodistruttive.
L’atteggiamento estremamente spontaneo e disinvolto delle giovani donne proietta
una sorta di serenità idilliaca all’interno di un’atmosfera costantemente precaria.
Queste prime opere dal carattere ambiguo stabiliscono una comunicazione immediata
con chi osserva e fungono da ponte tra diversi livelli culturali, come le fiabe e i miti a
cui spesso l’artista si ispira. Un immaginario che attinge però anche al più vasto
mondo della cultura visuale, della filosofia e del cinema, in particolare a film classici
su storie di adolescenti recalcitranti di registi come Uli Edel e di Peter Brook.
Le vivaci figure protagoniste delle sue prime opere annunciano un’energia
femminile embrionale che venticinque anni dopo sboccia nella serie “Mama”, iniziata
nel 2018 e rappresentata in mostra da diversi dipinti su tela di grande formato. Sono
dipinti, questi, in cui l’artista abbandona la figura a favore di una composizione in cui
linee, gesti, motivi e forme si racchiudono e nascondono le une nelle altre, facendosi
via via sempre più evanescenti. Con articolate stratificazioni di linguaggi visivi,
“Mama” oscilla così tra figurazione e astrazione, dove i corpi celati presenti
nell’immagine svaniscono nel momento in cui vengono percepiti: essi esistono
perché scompaiono in elementi gestuali prima che la loro storia diventi leggibile. Al
contrario delle prime opere degli anni Novanta, in cui le figure si donano
completamente allo sguardo di chi le osserva, in questa serie l’artista abbandona tutto
quell’immaginario facilmente fraintendibile come autoreferenziale, impedendo così
al proprio percorso artistico di venire categorizzato.
L’esposizione si chiude con tre dipinti dalla nuova serie “War Drawings”, creata in occasione della mostra al MASI. Olio, matita grassa e acrilico sono lavorati su tela
grezza di lino mentre le figure si perdono e le linee vengono raschiate fino a rivelare
composizioni frantumate. Ogni dipinto sembra dominato dal disastro, come possibile
elemento di purificazione in vista di una futura armonia. L’esposizione sarà
accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) pubblicato in
collaborazione con MOUSSE Publishing. Il volume comprenderà le riproduzioni
delle opere in mostra, un saggio di Pamela Kort e un’intervista all’artista realizzata da
Donatien Grau.
Nata a Budapest nel 1968, Rita Ackermann vive e lavora a New York. Fra il 1989
e il 1992, studia all’Università ungherese di Belle Arti di Budapest e alla New York
Studio School of Drawing, Painting and Sculpture. Ha al suo attivo mostre personali
in sedi prestigiose quali la Konsthall di Malmö (Svezia), la Sammlung Friedrichshof
di Zurndorf nel Burgenland (Austria), il Museum of Contemporary Art di Miami, il
Ludwig Museum di Budapest, lo Swiss Institute di New York e la Chinati Foundation
di Marfa (Texas). Le sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche, fra cui
quelle del Museum of Modern Art (MOMA) di New York, della Maria Leuff
Foundation e della Hessel Foundation (sempre a New York), del San Francisco
Museum of Modern Art, del Dallas Museum of Art, del Museum Het Domein in
Olanda e del Museum of Contemporary Art di Los Angeles.

MUSEO D’ARTE DELLA SVIZZERA ITALIANA
via Canova 10, 6900 Lugano
+41 (0)58 866 42 40 - info@masilugano.ch

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